Perché il trattamento antitarlo fai da te non conviene

Di   13 Maggio 2014

trattamento antitarlo fai da teSotto la comune dizione di trattamento antitarlo, si intendono tutti quei procedimenti che prevedono l’uso di sostanze e prodotti specifici che hanno lo scopo di eliminare definitivamente i tarli dai nostri mobili o dalle strutture lignee in genere.

Purtroppo però nella pratica quanto detto non è così semplicemente né altrettanto facile.
I motivi sono molti e vanno dalla difficoltà oggettiva di applicare questi prodotti al farli penetrare in profondità fino a riuscire a farli entrare nelle camere vive laddove cioè le uova, le larve o gli insetti al momento vivono.
Risulta quindi che, con i metodi chimici, l’eliminazione definitiva del tarlo non sempre è efficace e spesso occorrono più trattamenti sconsecutivi senza però avere una garanzia della totale riuscita.

Il motivo è spiegato dal fatto che il tarlo, annidandosi a volte nelle profondità delle gallerie, non è sempre raggiunto dai gas o dai liquidi velenosi con i quali tentiamo di annientarlo;.inoltre, se il trattamento viene eseguito quando “il nemico” è nello stadio iniziale di uovo, il trattamento  risulta quasi sempre inefficace per la risaputa tenacia delle pareti ad imbibirsi e diffondere all’interno il micidiale trattamento.

Cerchiamo allora di affrontare il problema esaminando le varie fasi che si possono  presentare

In fase di ordinaria manutenzione supponiamo di renderci conto della presenza di tarli nei nostri mobili. Questo può manifestarsi attraverso la comparsa di piccoli cumuli di polvere sul pavimento o sui tappeti.

Per questo tipo di intervento, andiamo solitamente a procurarci  un buon prodotto antitarlo e lo stic di cera di coloresimile al mobile sul quale dobbiamo intervenire (entrambi i prodotti li possiamo trovare facilmente in ogni ferramenta).
Il tipo di intervento benché inizialmente semplice e alla portata di tutti, serve tutelarsi comunque con precauzioni valide perché si sta utilizzano dei prodotti velenosi.
1) Adottati guanti maschere e sacchi protettivi si va ad iniettare il liquido antitarlo in ogni singolo foro chiudendo poi il cunicolo con uno spaghetto ottenuto dallo stic di cera.

2) Quando si inietta il liquido, occorre prestare attenzione affinché questo, traboccando dal  foro, non vada a macchiare il mobile (soprattutto se rifinito con gommalacca). Mentre si inietta il liquido allora con l’altra mano bisogna tenete uno straccetto nei pressi dell’ago pronti a fermare ogni possibile fuoriuscita di liquido.

3) Questo tipo di intervento benché ha il vantaggio di essere abbastanza semplice ed immediato, provoca un parziale avvelenamento delle fibre del legno nella gallerie di uscita dell’insetto adulto, nella quale la femmina presumibilmente ha deposto le uova. I fori che vanno trattati sono anche quelli vecchi, in quanto possibili ricettacoli di nuove uova.

4) Il problema successivo, oltre alla scarsa affidabilità del trattamento, è il cattivo odore che rilascerà nel tempo il mobile trattato. Per una maggior sicurezza esso andrebbe insacchettato con dei teli ermetici e lasciato asciugare in ambienti non abitati da animali e persone. Rimane comunque il pericolo di lievi avvelenamenti qualora il mobile venga a contatto con alimenti o incarti alimentari, in quanto il legno intossicato può trasferire le sostanze velenose in superficie.

Tralasciando allora le fasi di restauro più o meno complesse a seconda della gravità del problema inflitto al mobile dagli insetti, la nostra domanda è: perché contribuire ad avvelenare i vostri mobili, perdere tempo (spesso inutilmente a cercare di eliminare i tarli vivi) quando esistono trattamenti più sicuri, più rapidi e più veloci per risanare il vostro prezioso mobilio?

Contattateci e vi offriremo tutte le migliori soluzioni a costi e tempi sicuramente più accettabili!

 

 

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