Tarli e prevenzione fai da te nei mobili antichi

Di   25 Aprile 2014

La prevenzione contro l’infestazione dai tarli, consiste in quei provvedimenti atti a eliminare o a ridurre al minimo le cause favorevoli all’insediamento di questi sgraditi ospiti nei nostri mobili o nelle strutture lignee.

Il più semplice degli interventi di prevenzione sta nella semplice cura dei mobili: infatti, un mobile ben tenuto e lucidato non è tquasi mai il erreno ideale per la posa delle uova. E’ importante quindi dedicare tempo alla periodica lucidatura dei mobili. E’ sufficiente due o tre volte l’anno, passare con un panno la cera e, una volta asciutta, lucidarla con un panno di lana.

Un’altra attenzione particolare, occorre prestarla per evitare il contagio. Se si porta in casa un mobile che ragionevolmente può essere infestato dai tarli, è quasi certo che questi contageranno anche i mobili che fino al quel momento erano rimasti indenni. Pertanto quando acquistiamo un mobile più o meno antico, preoccupiamoci sempre che abbia subito un buon intervento antitarlo, altrimenti facciamoglielo noi.

Occorre anche assicurarsi che il mobile non sia in condizioni ambientali che favoriscano il contagio biologico, queste sono:

Umidità: un contenuto nel legno superiore al 18 – 20 % favorisce lo sviluppo degli insetti

Ventilazione: l’assenza o la carenza di ricambio d’aria, favorisce l’accumulo di umidità.

Temperatura: tutti gli insetti tendono ad avere una maggiore attività e cicli più frequenti a temperature miti (dai 22 ai 25 °C)

In fase di restauro infatti, il trattamento antitarlo diventa di per sé una misura preventiva perché avvelenando le fibre del legno, questo diventa non più idoneo alla alimentazione delle larve e alla deposizione delle uova. Si va però ad immettere sostanze velenose che non sono certo gradevoli per l’ambiente e per la nostra salute.
Un’altra efficace operazione preventiva (da effettuare dai nostri laboratori) consiste invece nel trattamento in camera anossica e / o microonde questa misura rende i legni disinfestato totalmente da uova larve e insetti e non causerà possibili infestazioni in caso di inserimento a casa nostra.

Successivamente al trattamento si consiglia sempre la chiusura dei fori di uscita. I fori di uscita dell’insetto oramai adulto, possono diventare facilmente nido per nuove covate di altri insetti anche di altre specie. La stuccatura dei fori,da fare sistematicamente in fase di restauro è una ottima misura preventiva che facilita anche la scoperta di nuove procreazioni qualora riscontriamo una nuovi buchi e polverine di rosura. In questi casi è sufficiente iniettare sul nuovo foro del veleno con una siringa e subito chiudiamolo con cera in stic del colore più appropriato al mobile.

Quando ad essere attaccata dal tarlo è una sedia, le misure di prevenzione e trattamento dovranno essere eseguite con maggior frequenza e attenzione, in quanto, per la propria particolare struttura e uso, la sedia e uno dei mobili più delicati e fragili.

Vogliamo sottolineare ancora una volta che comunque, con questi metodi  non si raggiunge mai la certezza di un trattamento completo e definitivo in quanto il tarlo, annidandosi a volte nelle profondità delle gallerie, non sempre è raggiungibile dai gas o liquidi velenosi con i quali tentiamo di avvelenarlo. Certamente la ripetizione del trattamento e la scrupolosa applicazione delle misure preventive consentono di avvicinarsi sempre più ad una protezione efficace del mobile, ma il trattamento anossico e a microonde sono ad oggi la soluzione più veloce ed ottimale per rimuovere ogni forma di vita all’interno dei nostri mobili.

Cerchiamo di affrontare il problema prendendo in esame le varie fasi in cui si può presentare:

Manutenzione ordinaria:
Supponiamo di renderci conto della presenza del tarlo nei nostri mobili di casa, attraverso l’improvvisa comparsa dei piccoli cumuli di polvere di legno. Per questo tipo di intervento, dobbiamo procurarci un buon prodotto antitarlo e uno stic di cera del colore più simile al mobile sul quale dobbiamo intervenire: entrambi i prodotti li possiamo trovare facilmente in ogni ferramenta. Il tipo di intervento è semplice e alla portata di tutti (adottando chiaramente le precauzioni necessarie in occasione di utilizzo di prodotti velenosi) : è sufficiente iniettare il liquido antitarlo in ogni singolo foro chiudendolo poi con uno spaghetto ottenuto dallo stic di cera.

Quando si inietta il liquido, occorre prestare attenzione affinché questo traboccando dal foro non macchi il mobile, soprattutto se rifinito a gommalacca. Mentre si inietta il liquido quindi, con l’altra mano, tenete uno straccetto o un batuffolo di cotone nei pressi dell’ago pronti a fermare ogni fuoriuscita di liquido.

Questo tipo di intervento ha il vantaggio di essere estremamente semplice ed immediato, ed è forse l’unico alla portata di tutti. Si provoca un certo avvelenamento delle fibre del legno nella galleria di uscita dell’insetto adulto, nella quale la femmina presumibilmente ha deposto le uova. I fori che dobbiamo “siringare” sono anche quelli vecchi, con profilo scuro, in quanto possibili ricettacoli di uova.

Fase di Restauro:
In fase di restauro , possono capitarci mobili in condizioni assai peggiori di quella precedentemente descritta. Prima di decidere il tipo di intervento, dobbiamo renderci conto quanto il tarlo abbia danneggiato il legno. In alcuni casi, ci si trova costretti se non a sostituire integralmente almeno a consolidare alcune parti gravemente danneggiate. Una volta terminato l’intervento di consolidamento/riparazione dei danni, si passa alla fase vera e propria di trattamento.

In questo caso, sempre con le dovute precauzioni, e sempre che le dimensioni del mobile lo permettano, possiamo intervenire col metodo della “camera a gas”: Questa volta occorre avere una quantità sufficiente di antitarlo (uno o due litri) che con un pennello adeguatamente largo, spennelleremo abbondantemente su tutte le parti del mobile non verniciate. Schiena , interni e fondi dei cassetti e del mobile dovranno essere trattati. Avremo precedentemente preparato un telo o sacco di nylon per avvolgere completamente il mobile,. all’interno del quale lasceremo un recipiente con antitarlo. Il Nylon che avvolge il mobile lo fermeremo con nastro di carta gommata. Lasceremo il mobile in queste condizioni per almeno tre settimane. E’ consigliabile fare questa operazione o in tarda primavera o in autunno quando si schiudono le uova. Trascorse le tre settimane, , toglieremo il nylon lasciando asciugare il mobile per due o tre giorni in un luogo areato. A questo punto passeremo a siringare ogni singolo foro come abbiamo visto in precedenza. Per quello che riguarda la chiusura, potremmo usare cera oppure stucco con gesso di Bologna se i fori sono molti e la finitura prevista è a gommalacca.

Questo tipo di intervento, possibile solo in un ambiente adeguato, da non farsi assolutamente in casa per ovvi motivi, è più efficace del precedente in quanto comporta l’avvelenamento di gran parte della struttura lignea attraverso l’abbondante spennellatura di antitarlo, la quasi completa saturazione delle gallerie con gas venefici (mediante la camera a gas) e invasione delle gallerie di liquido velenoso tramite iniezione.

Metodi Professionali:
Nonostante la presunta efficacia del metodo descritto sembrerebbe che non offra comunque una garanzia assoluta di riuscita, in quanto sempre e comunque alcune remote gallerie non vengano toccate dagli agenti venefici.
Allora a questo punto si passa agli interventi professionali di chi, della lotta ai tarli ne ha fatto il proprio mestiere. I nostri servizi di disinfestazione utilizzano camere anossiche per il trattamento di mobili antichi e di pregio e garantiscono un sicuro rimedio contro i tarli per molti anni.
Qualora vi siano difficoltà oggettive a spostare il mobilio nei nostri laboratori il trattamento a microonde potrebbe essere una validissima alternativa di grande efficacia, rapidità ed economia.
Contattateci per un preventivo.